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Catania si prepara a festeggiare S.Agata
Tre giorni di culto, di devozione, di folclore, di tradizioni che non hanno riscontro nel mondo. Soltanto la Settimana Santa di Siviglia in Spagna e la festa del Corpus Domini a Guzco in Peru' possono paragonarsi, quanto a popolarita', ai festeggiamenti agatini, da cinque secoli sempre uguali. Per tre giorni la gente sciama nelle vie e nelle piazze. Devoti o curiosi si contano a centinaia e centinaia di migliaia, anche sino a un milione.
Sono tre giorni di solennita', ma due in particolare, quando Sant'Agata il 4 e il 5 febbraio nel suo argenteo fercolo "a vara" va tra la sua gente, attraversa i quartieri popolari e quelli alti.
Catania, rinata molte volte da devastanti terremoti e eruzioni dell'Etna, ha tributato alla Patrona chiese e monumenti tra i piu' belli e prestigiosi. Oggi si possono ammirare nella salita dei Cappuccini, all'interno della chiesa di Sant'Agata al Carcere, i ruderi del III secolo d.C. che contengono la prigione dove Sant'Agata pati' il martirio e vi spiro'. Vicino ci sono le chiese di Sant'Agata alla Fornace (in piazza Stesicoro) e di Sant'Agata la Vetere (via S. Maddalena), la prima cattedrale di Catania (appunto la Vetere) e forse luogo della prima sepoltura. Ancora la Badia di Sant'Agata, la stele in piazza dei Martiri, la fontana di via Dusmet, il Duomo normanno-barocco.Chiesa di S.Agata al Carcere
Chiesa di Sant'Agata alla Fornace
Proprio davanti ai resti dell'anfiteatro romano del sec. II d.C., in piazza stesìcoro
Sant'Agata la Vetere
Duomo normanno-barocco
Mentre la Basilica Cattedrale conserva le relique in pregevoli lavori di oreficeria opere del Di Bartolo come il busto e lo scrigno (non c'e' una statua di Sant'Agata), la chiesa del Sacro Carcere rappresenta il centro del culto agatino, la storia vivente del martirio, della vicenda agatina. Nel tempio, oltre alla buia stanzetta, si puo' vedere la lastra lavica in cui sono impresse le orme dei piedi. In questo tempio, che presto sara' santuario, il catanese ritrova la sua identita' spirituale.
I catanesi eressero il carcere come uno dei baluardi delle vecchie sue mura. Lo attesta il bastione, ancora oggi ben visibile che fa parte della parte muraria risalente alla fine dell'XI o all'inizio del XII secolo. Il carcere era interrato e annesso alle costruzioni nei pressi del pretorio dell'antica citta' romana, la' dove c'era la residenza rappresentativa di Quinziano, suo persecutore.
Dal 3 al 5 febbraio Catania dedica a Sant’Agata, patrona della città, una grande festa. Un fercolo d'argento “a vara”,
con un busto contenente le reliquie della Santa, viene instancabilmente seguito in processione da centinaia di cittadini “devoti”, vestiti con il tradizionale “sacco” ( tunica bianca stretta da un cordone, cuffia nera, fazzoletto e guanti bianchi ),
aggrappati a due cordoni di oltre 100 metri.
La vara è seguita da undici "cerei" o "cannalori", alte colonne di legno che rappresentano le corporazioni delle arti e dei mestieri della città.
Su tutto il grido unanime della devozione “Cittadini, cittadini, semu tutti devoti tutti?”
DA CIRCOLISANTAGATA.IT
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